ABBIAMO BISOGNO DI UN PROGRAMMA TV DEDICATO ALLA MUSICA CHE CI RAPPRESENTI

Dopo cinque edizioni, la notizia dell'addio di Amadeus alla conduzione artistica del Festival di Sanremo ha portato a molte domande. La prima è se la prova di Carlo Conti riuscirà a superare, o almeno a porsi in linea, con la strada tracciata dal suo predecessore, abbracciando la musica da classifica e strizzando un occhio alla generazione del baby boom, in quel perfetto equilibrio che ha riportato Sanremo a essere un programma di culto. Dal canto suo, Amadeus sembra voler continuare la sua influenza nel mondo della musica: secondo quanto rivelato da un'indiscrezione di Dagospia, il conduttore sarà alla direzione di un nuovo programma a tema sul Nove, Suzuky Music Party.

Lo spettacolo si svolgerà live dalla Allianz Cloud di Milano il 22 settembre e coinvolgerà 12 Big della scena musicale attuale. Fino a qui, il canovaccio dello show sembra ricalcare quello dell'Arena Suzuki, che Amadeus ha condotto in diretta da Verona su Rai1, dal 2021 al 2023. C'è però una differenza sostanziale: nel nuovo programma, i cantanti presenteranno un brano inedito in anteprima assoluta. È un mini Sanremo? È un Festival Bar? Un ricordo di MTV? Tutto questo e qualcosa di diverso. Sicuramente a incuriosire e a fare da "sigillo di qualità" è la presenza di Amadeus. Ed è subito toto ospiti.

Mentre si vocifera che Mahmood potrebbe affiancare Carlo Conti alla conduzione della 75esima edizione del Festival di Sanremo, cominciamo a immaginare chi invece sarà l'asso nella manica di Amadeus per il Suzuki Music Party. Probabilmente il direttore artistico riproporrà il modello efficace dell'Ariston scegliendo tra diverse, ma rappresentative, categorie: un talento di Amici (vedi Sangiovanni, Gianmaria, Angelina Mango); una maestra del pop (Annalisa, Emma, Alessandra Amoroso); un rappresentante della scena rap (Lazza, Geolier, Ghali); un gruppo pop (Negramaro, The Kolors); un artista dall'effetto revival assicurato (Ricchi e Poveri, Loredana Bertè, Cugini di campagna). Ma perché no, Amadeus potrebbe puntare a estrarre nuovi nomi da questi maxi calderoni musicali, così come scegliere di pescare dalla musica indie o continuare sulla linea del revival Anni '90/2000.

Sicuramente sarà una prova importante per il conduttore, ma anche per l'audience, cioè per noi. Con Sanremo che rischia di scivolare nuovamente in secondo piano, l'idea di un format fresco, più breve della maratona Ariston, con una direzione artistica che specchia i gusti degli ascoltatori potrebbe essere un nodo cruciale della tv di questi anni. Se Sanremo ha dimostrato che siamo affezionati alle piattaforme di streaming musicale, sì, ma ogni tanto ci piace immergerci nel calderone televisivo mescolando le cose, il Suzuki Music Party ci aiuterà a capire se abbiamo davvero bisogno di sentire raccontati i nostri gusti musicali in questo modo. Siamo davvero disposti ad abbracciare il cringe televisivo senza troppe remore? Forse sì, se ci permette di dimostrare al grande pubblico perché questo o quell'artista parla di noi. Rispetto ai primi Anni 2000, i programmi musicali sono morti, ma se la nuova sfida di Amadeus dovesse avere successo, allora potremmo trovarci davanti a una rinascita persino più ampia di quella sanremese.

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