ERMAL META SI RACCONTA IN ATTESA DELLA NASCITA DELLA FIGLIA

Ermal Meta non smette mai di far parlare di sé. Dopo l’annuncio della nascita della figlia, arriva anche il momento in cui la venuta al mondo della bimba è prevista, ma non solo. Venerdì uscirà il suo nuovo album, che si chiamerà Buona Fortuna, proprio come il nome della piccola, che dovrebbe venire al mondo nel prossimo mese di giugno. Per questo motivo non vede l’ora di conoscerla.

Il racconto della terapia che ha dovuto affrontare

L’album contiene ben 12 brani, con due feat con Levante e Jack La Furia, con lo scopo di raccontare alla figlia facendoglielo ascoltare quando sarà in grado di capire la musica come vedeva lui il mondo prima che la aspettasse. Ma il tema proprio della fortuna rappresenta il filo conduttore tra le canzoni:

Esistono le cas ualità positive, ma la fortuna è qualcosa che si costruisce pian piano. Ognuno se la crea attraverso ciò che fa o non fa, nel modo in cui affronta la quotidianità e se stesso. Alla fine, se non impari ad affrontare te stesso è difficile affrontare tutto il resto. Sono stato un auto-sabotatore per tanto tempo, ma ho imparato ad affrontare questa parte di me. Ho fatto tanta terapia per riuscire ad arginarmi perché succede che ad un certo punto non ti trovi più a tuo agio con le cose belle che ti capitano. A 25-26 anni c’erano dei momenti in cui avrei potuto avere risultati migliori, ma evitavo di fare cose importanti per la mia carriera o mi mettevo nei casini con comportamenti poco chiari. Faceva tutto parte di un processo del subconscio. Ho iniziato un percorso e con fatica sono riuscito a dipanare un po’ di nuvole. La terapia è stata fondamentale.

Un pensiero ai giovani artisti

In tutto questo un pensiero ai giovani artisti che dopo la prima botta di successo devono combattere contro le loro fragilità non manca:

Nel mondo dello spettacolo c’è un imperativo che è quello di essere performanti, solo che ci sono momenti in cui ciò che arriva dall’esterno non corrisponde a ciò che senti, quindi si crea una spaccatura. A questi ragazzi consiglierei di chiedersi se ciò che fanno corrisponde con ciò che sono. I concerti, i palazzetti, gli stadi, sono cose meravigliose, ma a volte dentro ti senti schiacciato. Beh, sappiate che è tutto normale, può succedere.

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