MASSIMO RANIERI TORNA IN TV: SI FACEVA CHIAMARE GIANNI ROCK, LA FIGLIA CRISTIANA PRESENTATA IN TV, 8 SEGRETI

Il recital in tv«Passano gli anni e le riflessioni sono tante. Avvicinandomi ai miei 72 anni, voglio che il pubblico sappia che ho bisogno di raccontarmi, oltreché di cantare: descrivere i momenti belli e i dolori dell’anima. In questo spettacolo ho setacciato la mia avventura umana e professionale, tirando fuori gli errori, le vittorie, gli amori belli finiti male, le sconfitte che ti fanno chiudere lo stomaco e non riesci più neanche a mangiare, vorresti nasconderti in casa, però devi comunque fare buon viso a cattivo gioco e reagire». Così Massimo Ranieri qualche mese fa descriveva al Corriere il recital tratto dal suo libro «Tutti i sogni ancora in volo», che dopo essere andato in scena in giro per l’Italia venerdì 26 maggio arriverà su Rai 1 in prima serata. Al fianco di Ranieri ci sarà Rocío Muñoz Morales.Si faceva chiamare Gianni RockCantante, ma anche attore e conduttore televisivo: Massimo Ranieri - Giovanni Calone all’anagrafe - ha alle spalle una lunga carriera ricca di successi. Nato a Napoli il 3 maggio 1951 agli inizi si faceva chiamare Gianni Rock, in onore del Re del Rock Elvis Presley. Poi però ha cambiato pseudonimo: «Col passare del tempo e la mia graduale affermazione, i miei discografici osservarono che di Gianni famosi ce n’erano troppi. Siccome una volta gli avevo espresso la mia felicità per essermi esibito davanti al Principe Ranieri di Monaco, mi consigliarono di utilizzare Ranieri come cognome e Massimo, al posto di Gianni, suonava meglio».I primi lavoriQuinto di otto figli Massimo Ranieri ha iniziato a lavorare a 7 anni, «facendo tutti i mestieri possibili: il garzone, il barista, il panettiere, e poi mi esibivo con la mia vocina nei ristoranti e le mance erano preziose. Insomma, mi arrangiavo perché in casa eravamo tanti: 8 figli più due genitori, 10 persone in una sola stanza. In fondo al letto grande di papà e mamma, dormivamo io e mio fratello, poi c’erano tre lettini per le sorelline femminucce...e poi c’era un cesso. Quel bambino di tanto tempo fa ogni tanto bussa alla mia porta quando non ho tanta voglia di lavorare. Mi dice: forza, muoviti, vai a fare le serate. È lui che mi dà la spinta a proseguire e gioca con i miei spettacoli, i viaggi, gli alberghi, gli applausi, gli autografi...».Il primo contratto a 12 anniScoperto negli anni Sessanta dal discografico Gianni Aterrano, mentre ancora lavorava come cameriere, Massimo Ranieri - all’epoca 12enne - firma il suo primo contratto discografico e ottiene un anticipo di 300mila lire. Una cifra enorme per la famiglia Calone: «Un patrimonio. Mio padre con gli straordinari guadagnava trentamila lire al mese». Il cantante esordisce nel 1966 a Canzonissima (che in quell'edizione ha il titolo di Scala Reale).Se bruciasse la cittàNel 1968 Massimo Ranieri incide la canzone che l’anno successivo gli regalerà il successo: «Rose rosse». A Canzonissima 1969 arriva terzo con «Se bruciasse la città», altro suo grande classico amatissimo ancora oggi. Un paio di curiosità su questo brano: nel 2022 è stato inserito nella colonna sonora del film «Margini» di Niccolò Falsetti e Francesco Turbanti. Se ne può ascoltare un pezzetto, dalla radio in diffusione, anche nel primo episodio della prima stagione della serie statunitense «Better Call Saul» (2016).L’esperienza come attoreA soli 18 anni, nel 1970, Massimo Ranieri esordisce al cinema con il film «Metello» diretto da Mauro Bolognini (che gli varrà un David Speciale e un Globo d'oro come attore rivelazione). In seguito reciterà in numerose pellicole, tra cui «La patata bollente» di Steno (1979), e in miniserie come «Il ricatto» (1989-1991). Appare anche in otto episodi di «Camera Café» (2004-2005) e nel 2010 interpreta Domenico Soriano nell’adattamento televisivo della commedia teatrale di Eduardo De Filippo «Filumena Marturano», accanto a Mariangela Melato. A proposito di teatro: forse non tutti sanno che, nell’ambito della sua carriera teatrale, Massimo Ranieri ha lavorato anche con Giorgio Strehler. «Giorgio mi diede la patente - ha raccontato nel 2020 a Sette -. Ma io avevo già lavorato con Giorgio De Lullo e Romolo Valli per la Compagnia dei Giovani con due spettacoli di grande impatto: La dodicesima notte e Il malato immaginario. Di Strehler fino ad allora avevo soltanto sentito racconti lontani». Fu Peppino Patroni Griffi a parlargliene: «“Massimo, dovresti lavorare con lui”. Risposi: “Lui chi?”. Mi riprese: “Lui, Giorgio Strehler, maronna mia”. Fui convocato al Piccolo Teatro, nella storica sede di via Rovello. Arrivai a Milano cinque giorni prima. Seguivo di nascosto le prove di “L’anima buona” di Sezuan, un capolavoro di Brecht. Lo vedevo da lontano. Carismatico. Ero così in soggezione che il giorno in cui dovevamo incontrarci chiesi al tassista di portarmi alla stazione: volevo scappare. All’ultimo, mi feci coraggio e ci ripensai». Ecco come avvenne l’incontro: «Mi prese di petto: non t’ho mai visto, ma mi dicono che sei un bravo attore. Mi scusai: “Maestro, non ho mai letto Brecht”. Intuì la mia onestà, la mia disponibilità. Capì che ero pronto a farmi massacrare per imparare».Al Festival di SanremoMassimo Ranieri ha partecipato sette volte al Festival di Sanremo. Ha vinto una volta sola, nel 1988, con «Perdere l’amore». Il cantante tornava all’Ariston dopo quasi vent’anni: «Ero in tournée e pensai, dopo 18 anni dedicati solo al teatro, di partecipare a Sanremo. Un amico insisteva per farmi conoscere un ragazzo, Giampiero Artegiani, che aveva scritto una decina di belle canzoni. Rimandavo. Un giorno, a Vicenza, gli dissi: “Portamelo”. Mi fece ascoltare cose buone, ma non eccezionali. Poi, quando era già sulla porta, mi disse: “Questa è l’ultima”. Era Perdere l’amore. Successo enorme. Ogni sera in teatro mi chiedono di cantarla». Nel 2022 Ranieri è tornato a Sanremo con la canzone «Lettera di là dal mare»: è arrivato ottavo ma ha vinto il Premio della Critica Mia Martini.La figlia CristianaMassimo Ranieri è sempre stato molto riservato sulla sua vita privata. A Verissimo nel 2021 ha raccontato: «Ho sofferto, forse ho fatto soffrire e questo mi duole molto. Io vivo e canto l’amore, per me è fondamentale. Mi hanno sempre mollato loro, forse perché noi uomini siamo un po’ vigliacchetti, non abbiamo il coraggio di dire che è finita. Non ci va di soffrire più di tanto. Non abbiamo la forza di dire no. Non sono mai arrivato vicino al matrimonio. In me c’è un Giovanni che è rimasto bambino, ha bisogno di coccole, amore. Io sono sposato con il lavoro. I miei ammiratori mi hanno subissato di affetto e amore. Poi, però, la cosa terribile è che quando torni in albergo sei solo. Mi manca una persona con cui condividere qualsiasi cosa». Il cantante ha una figlia, Cristiana, avuta nel 1971 dalla cantante Franca Sebastiani (scomparsa nel 2015) e riconosciuta soltanto nel 1995. Nel 2007 Ranieri ha invitato Cristiana nella sua trasmissione su Rai 1, Tutte donne tranne me, per presentarla al pubblico: «Ero un cantante molto famoso, ero un ragazzino, avevo 19 anni - ha rivelato -. Mi hanno trascinato via da questa storia dicendomi che questa storia poteva essere pericolosa per la mia carriera, sarebbe stato un danno per la mia immagine. Immagine, una parola che mi ha sempre fatto schifo. L'unico alibi che ho è che ero giovanissimo e inesperto, mi son lasciato convincere».

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