DISPERSIONE SCOLASTICA, PER AFFRONTARLA è NECESSARIA LA SCUOLA DEL FARE

La bellezza educa all’inclusione. È per tutti, è di tutti, e genera frutti. Non è una ostentazione ma qualcosa che corrisponde al proprio cuore e alla propria natura. È far entrare lo straordinario nel quotidiano. La passione per il singolo è la pietra angolare del sistema di Cometa: guardare a ogni ragazzo e ragazza come un dono, “pezzi unici” protagonisti irripetibili del bene comune e della loro storia.

Ma facciamo un passo indietro. È il 1986, arriva una telefonata. C’è un bimbo sieropositivo che nessuno vuole. Il “sì” ad accoglierlo è l’inizio della vita di questo ente del terzo settore impegnato nell’accoglienza ed educazione di bambini e ragazzi. Due fratelli, Erasmo e Innocente Figini, con le mogli Serena e Marina, aprono case e cuore. È l’inizio di una storia semplice che come un’onda si allarga. Oggi in questa realtà di Como vivono cinque famiglie, che accolgono venticinque bambini in affido insieme ai figli naturali. Intorno a questa esperienza si è sviluppata una rete di sessanta famiglie disponibili ad accogliere minori che vivono situazioni difficili, e sostenute da una equipe multidisciplinare.

Da questa storia di accoglienza, è nato il bisogno di sostenere anche i giovani in difficoltà nell’affrontare lo studio. In anni di vera emergenza educativa e forte incremento della dispersione scolastica, si è sviluppato un percorso di formazione con lo scopo di dare un’opportunità concreta ai ragazzi per trovare le motivazioni e riprendere il percorso scolastico. Come racconta Erasmo Figini, alcuni ragazzi in dispersione non volevano fare niente, avevano abbandonato la scuola, e non volevano affrontare nessun tipo di lavoro perché nessuno li voleva. Dargli una possibilità, un progetto, e fargli capire quanto con le proprie mani è possibile fare, ha generato in loro il desiderio di andare avanti.

Mentre delle vere e proprie carcasse si trasformano in stupende sedie di design, può scattare la scintilla del cambiamento e della consapevolezza in ragazzi che finalmente possono sperimentare una vita mai vissuta prima. Nel 2008 è nata la scuola di Cometa, Oliver Twist. Apprendere attraverso l’esperienza, questo è il metodo educativo. È per questo che, a scuola, è il lavoro lo strumento per favorire una crescita culturale, professionale e della personalità a partire dal rapporto con la realtà. Quel “fare per davvero” dove vengono create commesse per clienti reali, che sono ideate, progettate e realizzate dai ragazzi. Attraverso percorsi fortemente personalizzati, ogni studente è guidato da un tutor e soprattutto dalla bellezza che fa parte del metodo educativo e dell’obiettivo di apprendimento.

La cura dei dettagli in Cometa è ovunque. Negli spazi. Nei rapporti umani. Nei manufatti realizzati. La Bellezza, come ripete Erasmo, non è solo lo sfarzo della natura fatta per noi. È sentirsi abbracciato, amato, accolto, pensato. Troppo spesso in situazioni di marginalità, si pensa che basti fare “qualcosa” senza porsi il tema del “come”. Donare a un ragazzo una scuola bella, significa permettergli di capire che lui vale quel posto, quella classe curata, quell’armadietto che è proprio per lui. Alla Oliver Twist è importante che i ragazzi capiscano che la bellezza è qualcosa che possono ricevere perché è per loro, perché se la meritano. Ma possono anche generarla, perché è sinonimo di cura e attenzione verso il prossimo, il lavoro, e le cose. L’offerta della scuola è varia, perché i talenti dei ragazzi vanno cercati e valorizzati. Non uniformati. La personalizzazione dei percorsi può essere la chiave per attivare la passione dei giovani per l’apprendimento.

Questo è l’impegno che Giovanni Figini, coordinatore generale di Cometa Formazione – Scuola Oliver Twist, prova a mettere in campo ogni giorno. Certamente un metodo che immagina percorsi individuali in un contesto di comunità non è di facile replica ed è certamente costoso in termini di risorse economiche, di competenze, di personale. Ma la storia di Cometa dimostra che ha senso farlo. Questi percorsi di contrasto alla dispersione scolastica di tipo modulare e flessibile destinati ai giovanissimi tra i 16 e i 19 anni, rendono possibile il reinserimento in percorsi scolastici tradizionali e nel mondo del lavoro.

La scuola di Cometa infatti propone corsi di formazione professionale, falegnameria e progettazione d’interni, sala bar & ristorazione, design del tessile. Un Liceo Imprenditoriale Artigianale del Design, che coniuga la cultura artistica italiana con il design e l’artigianato, formando i giovani all’imprenditorialità e alla risoluzione dei problemi. Si creano così nuove opportunità per gli studenti, che crescono nel solco della tradizione, e allo stesso tempo aprono lo sguardo a imprese moderne in grado di portarli a conoscenza del mondo e delle proprie capacità. Se vogliamo davvero affrontare il gravissimo nodo della dispersione scolastica, sarebbe forse sensato mettere a sistema esperienze come Cometa e sperimentare nuove forme di collaborazione tra pubblico e privato sociale.

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