LA MODA DEI PARTY DI DIVORZIO, QUANDO LASCIARSI è UNA FESTA

…E si lasciarono felici e contenti. Potrebbe essere questo il finale alternativo di una favola moderna, meno romantica ma più realistica. Certo, quando ci sposiamo le migliori intenzioni ci sono tutte: pensiamo e vogliamo che sia per sempre. Ma se da una parte è fondamentale impegnarsi e non buttare tutto all’aria alla prima crisi, dall’altra la vita spesso segue strade imprevedibili e non è facile viaggiare insieme sullo stesso binario. In molti casi, lasciarsi può essere davvero la cosa giusta da fare, e anche molto liberatorio. Essere intrappolati in un matrimonio infelice, in fondo, è più simile a una tortura che a una fiaba.

Ecco perché la separazione può essere qualcosa per cui festeggiare. Da tabù a gioia da condividere con amici e parenti – talvolta anche con l’ex, segno questo di grande maturità -, il divorzio non è più un fallimento ma un momento di rinascita. E come tale, sancibile con un rito: il party di divorzio.

Che sia un semplice aperitivo o una festa affollata e più o meno sobria, il party segna l’inizio di una nuova vita e la chiusura di quella che non funziona più. Un vero e proprio passaggio da marcare, anche simbolicamente.

L’inventrice dei divorce party, Christine Gallager, ha raccontato infatti al The Guardian come molte persone vogliano gettare via o seppellire – letteralmente – la propria fede nuziale, per sottolineare con un gesto forte che quel capitolo ormai si è concluso.

Apripista di questo trend, come spesso avviene per le trashate (o ‘cafonate’ che dir si voglia), sono gli Stati Uniti, dove i divorce party negli ultimi anni hanno preso sempre più piede. Grazie anche a vip come Britney Spears, che nel 2023 ha festeggiato la fine – dopo soli 14 mesi – del suo legame con Sam Asghari, condividendo il tutto con le foto, anche queste di rito, sui social. Ma la cantante non è certo sola. Negli Usa c’è stato un vero boom per i ricevimenti di divorzio. Tanto che le aziende che organizzano questo tipo di eventi sono aumentate del 22% dal 2019, e i night club festeggiano.

Un trend definito come ‘l’ultima frontiera dell’industria del matrimonio’, e che si accompagna al proliferare di servizi ‘conseguenti’ come agenzie/siti di incontri, libri di auto-aiuto per superare un momento che rimane comunque difficile, e liste di regali per il divorzio nei negozi.

Matrimoni e divorzi in Italia

La moda dei divorce party spopola negli Stati Uniti, e a quanto pare sta convincendo anche Francia e Gran Bretagna, meno l’Italia. Dove pure non mancano le occasioni. Secondo l’Istat infatti, tra il 1991 e il 2018 si è assistito a un vero e proprio boom dei divorzi: se all’inizio degli anni ‘90 i divorziati erano circa 375 mila, adesso sono più di 1,6 milioni.

D’altronde, molte tendenze americane ci mettono un po’ ad arrivare da noi, quindi vedremo cosa succederà nei prossimi anni.

Sicuramente l’aspetto religioso conta, e in Italia non a caso ci si separa comunque meno che nel resto dell’Europa. Secondo i dati Eurostat, nel 2019 nel Bel Paese ci sono stati 1,4 divorzi ogni 1000 abitanti, contro l’1,8 della media europea. Ma stiamo recuperando terreno.

I dati Istat (dicembre 2023) ci dicono che nel 2022 i matrimoni sono stati 189.140, il 4,8% in più rispetto al 2021 e il 2,7% in più in confronto al 2019, ma che occorre tenere conto del fatto che nel periodo pandemico molte nozze sono state rinviate. I dati provvisori relativi ai primi otto mesi del 2023 in effetti indicano una diminuzione dei matrimoni (-6,7%) rispetto allo stesso periodo del 2022.

Quanto alle separazioni, nel 2022 sono state 89.907, -8,2% rispetto al 2021, mentre i divorzi sono stati 82.596, stabili rispetto all’anno precedente (-0,7%) e il 16,6% in meno rispetto all’anno record 2016 (in cui furono 99.071).

In poche parole, sintetizza l’Istat, il trend è stato sempre in crescita dall’introduzione del divorzio nell’ordinamento italiano (1 dicembre 1970) fino al 2015, con un picco rilevante nel 2015 (+57,5%). Un picco dovuto anche all’introduzione nel 2014 delle procedure consensuali extragiudiziali presso gli Uffici di Stato Civile o tramite negoziazioni assistite da avvocati (non possibili in presenza di figli minori o figli maggiorenni non autosufficienti), e a quella, nel 2015, del “Divorzio breve” che ha notevolmente ridotto i tempi di attesa (12 mesi per le separazioni giudiziali e sei mesi per quelle consensuali).

Come organizzare un divorce party

Ma la di là di questi freddi numeri, la domanda sorge spontanea: come organizzare una festa di divorzio, nell’ipotesi in cui ci siamo appena lasciati e vogliamo gridare al mondo quanto siamo felici e quanto possiamo farcela? Non ci sono obblighi e regole, il party può essere sobrio o eccessivo, dipende tutto ovviamente dalla personalità di chi vuole organizzarlo e dagli obiettivi desiderati.

Senza dubbio è molto facile cadere nel trash, ad esempio ricalcando gli addii al nubilato o al celibato o vendicandosi del proprio ex, sempre simbolicamente, bruciandone un’immagine, tirando freccette su una sua foto o – è successo – intagliando dei meloni con il suo viso. La fantasia non ha limiti insomma, a differenza dell’eleganza.

Ma andando sul pratico e rimanendo negli Stati Uniti, la popolarissima e seguitissima conduttrice Oprah Winfrey ha offerto dei consigli al riguardo, consultando alcune ‘divorce party planner’ a stelle e strisce.

• Il primo consiglio, a volte difficile da seguire ma sicuramente molto sano, è quello di non prendere il giro l’ex, specialmente se ci sono dei figli in comune. La festa deve essere un momento per celebrare la propria rinascita, quindi deve essere declinata in positivo, allontanando le bad vibes, i sentimenti negativi.

• A tal fine è utile inserire un elemento di gioco nella serata, come può essere la creazione di una vision board (un collage con tutte le cose che sono per noi un’ispirazione), la condivisione di intenzioni positive, la proiezione di film motivazionali, oppure l’immortale karaoke

• Altro consiglio: fare una lista di inviti ristretta, magari agli amici che ci hanno supportato e sopportato in questa fase di transizione. E che escluda i bambini, che potrebbero rimanere un po’ disorientati e non capire bene i motivi per cui si festeggia

• Potrebbe anche essere molto divertente dare un tema al party, costruendolo intorno a un unico filone, magari molto ironico: “Se la vita ti offre limoni, fa’ una limonata”

• Infine, non va dimenticata assolutamente la torta. Torta che, per quest’occasione, può essere spassosa, buffa, o eventualmente presentare qualche citazione ad hoc.

Certo, probabilmente tutto ciò ci sembra ‘un’americanata’, perché in Italia il divorzio è ancora visto come un disastro e spesso è circondato da un certo stigma, nonostante sia decisamente molto più accettato di prima e sempre più diffuso. Ma proprio per questo motivo, forse la funzione principale dei divorce party, oltre a segnare un nuovo inizio, è quella di ‘normalizzare’ e dare una nuova luce a un evento che rimane doloroso ma che può avere un senso molto diverso dal classico ‘ho fallito’.

Potrebbe essere la sottolineatura e la celebrazione di un momento complicato, ma con l’idea di ripartire senza autocommiserarsi, oltre che di parlare apertamente di quello che è successo e della propria forza nell’aver posto fine a qualcosa che non funzionava. Tutti ottimi motivi per sfidare le convenzioni – e probabilmente il buon gusto.

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