I VIDEOGAME E I GIOCHI DA TAVOLO CHE STIMOLANO IL CERVELLO

Chi gioca abitualmente a videogames d’azione come ad esempio Elden Ring, Ragnarok God of War oppure The Last of US, sviluppa una maggior attenzione, una migliore memoria di lavoro e una superiore capacità d’ignorare fattori distraenti rispetto a chi usa altri tipi di videogames: lo dice uno studio dei ricercatori del dipartimento di Psicologia di New York diretti da Joe Cutting pubblicato in estate sulla rivista Helyion. In questi videogiochi occorre destreggiarsi simultaneamente in vari compiti come individuare, tracciare ed evitare determinati stimoli, accelerando i processi percettivi fino ai limiti dell’attenzione con un significativo vantaggio cognitivo. Rispetto agli altri videogiocatori, i giocatori d’azione abituali (impegnati per lo più nei cosiddetti videogames sparatutto) riportavano maggiori indici di percezione, cognizione spaziale e attenzione selettiva per gli stimoli importanti. Valutando tali capacità in 209 giovani adulti (18-30 anni) tali funzioni risultano superiori per i giocatori di strategia e azione e le prestazioni sono associate alle strategie adottate dal giocatore più che alle componenti del gioco. Più anziani

Analizzando 181 adulti più anziani (60-81 anni) questi dimostravano invece equivalenti capacità superiori quando si trattava di risolvere problemi di puzzle in videogame come Tetris o Lemmings. Quando si vogliono usare i videogames a fini riabilitativi la correlazione fra capacità cognitive e comportamenti di gioco deve quindi prevedere un impiego del video-game adeguato all’età. È interessante notare che se si cimenta in action games anche chi non pratica questi giochi dopo un po’ sviluppa superiori funzioni spaziali e di top-down attention, la cosiddetta attenzione dall’alto verso il basso cioè quella finalizzata ad obiettivi attuali, guidata dall’esperienza passata e gestita dal circuito cerebrale fronto-parietale, importante per i processi attentivi. Giochi da tavolo

Una spiegazione neurofisiologia di questi fenomeni arriva da un altro studio dei ricercatori dell’Università Bicocca di Milano diretti da Carlo Ferrarese, pubblicato a fine settembre sul Journal of Alzheimer Disease, e che sarà presentato il 23 ottobre al prossimo congresso Sin (Società Italiana di Neurologia) di Napoli da Federico Emanuele Pozzi, collaboratore di Ferrarese. Riprendendo con un’ampia review gli studi di cinque database, i ricercatori milanesi hanno verificato che i tradizionali giochi da tavolo possono influenzare funzioni in diversi domini rallentando il declino cognitivo degli anziani con MCI, acronimo di mild cognitive impairment, cioè compromissione cognitiva lieve, anche se non migliorano il cosiddetto Digit Span, cioè la capacità di dire rapidamente in avanti o indietro l’alfabeto o una serie di numeri.

Reticolo contro scacchiera

Utilizzando diversi test neuropsicologici risulta che, come accade per i videogames, anche diversi giochi da tavolo agiscono su un diverso funzionamento cognitivo. Rispetto ai soggetti di controllo, ai test MoCA e MMSE usati dai ricercatori tutti i giocatori valutati riportano un generale effetto positivo, ma al test TMT-A che valuta l’attenzione complessa, il gioco cinese Ska & Go riporta punteggi maggiori rispetto agli scacchi anche se le strategie della scacchiera sono da sempre considerate «da cervelloni». Evidentemente muoversi su un reticolo per circondare e non lasciare vie di fuga all’avversario come nello Ska & Go è cognitivamente più complesso che muoversi sulla scacchiera. In compenso gli scacchi risultano superiori al test WHO-QoL-OLD, un test che valuta la qualità di vita negli ultra60enni: con la scacchiera migliorano capacità sensoriali, autonomia, intimità, partecipazione sociale, soddisfazione per le proprie attività passate, presenti e future e si allontana la paura per la morte.

Mahjong

Al test STT-B invece gli scacchi sono superati da un altro gioco cinese che risalirebbe ai tempi di Confucio chiamato Mahjong e fatto con grosse tessere variopinte da giocare come solitario. Migliora le funzioni esecutive, quelle che ci consentono di pianificare e portare a termine un compito. Stimola anche la fluidità categoriale del linguaggio indice della memoria semantica, cioè il magazzino della nostra memoria del mondo, dal prezzo della benzina al nome del Presidente della Repubblica. Una cosa che lo Ska & Go non riesce invece a fare, anche se aumenta il metabolismo del putamen nucleo cerebrale importante anche nell’apprendimento e quello del giro temporale medio importante nel riconoscimento dei volti o delle parole lette. Fa inoltre salire i livelli di BDNF, il fattore trofico cerebrale che migliora la plasticità neuronale.

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