Ormai da tempo a Sanremo non si parla più di "vallette" ma di co-conduzione. Per alcuni solo un cambio di vocabolo e non di fatto, giusto per fare l'occhiolino alla cultura woke, per altri un passaggio necessario per sancire anche con le parole una parità di genere che non accetta più la narrazione della donna rilegata sullo sfondo ed elogiata per essere stata "un passo indietro".
Oggi anche la Mostra del Cinema di Venezia si è detta pronta a dire addio al termine madrina e padrino sostituendolo con l’appellativo di conduttore e conduttrice seguendo la metamorfosi che il ruolo ha avuto negli ultimi anni soprattutto nella cerimonia di apertura e chiusura (e abbracciando ufficialmente il politicamente corretto?). PerAlberto Barbera, direttore artistico della kermesse dal 1998 e il primo a riesumare il ruolo di “madrina”, non si tratta di una "rivoluzione" ma di una semplice “questione terminologica”.
Da una parte lo spauracchio del politically correct di forma e non di sostanza, ma dall'altra la consapevolezza che le parole sono e devono essere importanti e non vanno mai date per scontate. La Mostra del Cinema di Venezia ha scelto di rompere una tradizione seguendo lo Zeitung e dando la giusta etichetta ad un ruolo che negli ultimi anni è cambiato. Dall’edizione 2025, ovvero Venezia 82 in programma al Lido dal 27 agosto al 6 settembre, non ci sarà più la madrina del Festival (o padrino come successo per Michele Riondino e Alessandro Borghi nel 2017) ma una conduttrice (o conduttore) della serata.
Il primo a riportare la notizia, il quotidiano Il NordEst, presente sabato 23 marzo sera durante la festa del Premio Fuoriclasse alla Distilleria Castagner di Vazzola (Treviso), consegnato da Barbera all’attrice Valeria Golino (che ndr sarebbe più che perfetta). Durante la serata, il direttore della Mostra ha espresso la volontà di mandare in pensione l'espressione "madrina" per assecondare un'evoluzione iniziata nelle scorse edizioni ma destinata a diventare sempre più di netta con un ruolo di primo piano e meno di contorno.
"Rivoluzioneremo la cerimonia di apertura della Mostra del cinema di Venezia per renderla un po’ meno ingessata. E quest’anno non avremo più una “madrina”, ma una conduttrice, o perché no, un conduttore", il virgolettato riportato dalla testata, "una scelta sostenuta dal presidente della Biennale, Pietrangelo Buttafuoco, per valorizzare questa figura, trasformando la madrina, che si presenta sul palco e legge una presentazione, in una conduttrice che regge i giochi e avrà un ruolo più attivo".
Intenzioni confermate all'Adnkronos: "In un colloquio informale ho semplicemente detto che avremmo evitato di usare il termine ‘madrina’, peraltro da tempo in disuso nei nostri comunicati ufficiali. Tutto qua. Di fatto non cambierà nulla. Se non che cercheremo di rendere un po’ più mosse le cerimonie di apertura e chiusura".
Non solo phisique du role, sorrisi e saluti con la mano, show off di vestiti e gioielli sul red carpet e una presentazione imparata a memoria ma un compito “parlante” e meno di facciata che apre le porte anche all'universo maschile (e qui attenzione si rischia l'effetto boomerang) e si spera anche all'esplorazione di una zona d'ombra mai presa in considerazione lontano da ogni tipo di stereotipo o logica commerciale. La quota glamour non dovrà mancare per non snaturare un lato importante della manifestazione, ma dovrà adattarsi allo spirito dei tempi e alla necessità di vedere il cambiamento anche nei "piani alti". Perché le parole sono importanti ma devono essere sempre accompagnate dai fatti.
2025-03-26T19:15:36Z