Ogni giorno Emily, 28 anni, si sveglia, accende la telecamera, e inizia lo streaming su Twich. Centinaia di persone la guardano lavarsi i denti, mettere l'eye liner, fare colazione. Da quasi tre anni trasmette ininterrottamente la sua vita. Non va in vacanza, non ha rapporti sessuali, rifiuta gli inviti a matrimoni e feste di compleanno per rimanere connessa con i suoi follower. Il bagno è l’unico spazio della casa dove non ci sono telecamere.
Emily è diventata una figura di culto su Twitch, per molti, è un modello di successo nell’economia dell’attenzione: migliaia di abbonati pagano 5,99 dollari al mese per seguirla, senza considerare donazioni e mance. La streamer non ha mia parlato apertamente dei suoi guadagni, il sito Streams Charts stima che oggi il suo reddito base sia di circa 5.000 dollari al mese, dopo aver toccato un picco di 22.000 abbonati.
Emily ha iniziato a trasmettere nel 2016, su suggerimento del suo ex ragazzo: "La tua vita fa schifo, lavori alla CVS, non hai amici… questo potrebbe esserti utile", le aveva detto. Al primo streaming non la guardò nessuno. Al secondo, mentre cenava, arrivò il primo follower. E da lì, non si è più fermata. A novembre saranno tre anni di diretta.
All’epoca viveva a Long Island, e si sentiva isolata. Dopo il divorzio dei genitori e il progressivo allontanamento dal suo gruppo di amici, Twitch è diventato un rifugio per Emily: una casa virtuale dove la compagnia era fatta di nickname, emoticon e chat.
L'iperconnettività e le dirette hanno trasformato Twitch in un surrogato di comunità. Ma l’intimità è spesso un’illusione. L'economista Enghin Atalay, ha spiegato al Post che gli americani trascorrono meno tempo con gli amici e più tempo sul web e sui social alla ricerca di connessioni umane che non trovavano altrove. Eppure si sentono più isolati. Internet quindi è diventato un rifugio e al tempo stesso una trappola: più siamo connessi, più siamo soli.
Le maratone degli streamer rappresentano l'evoluzione di una cultura online che esalta l'iperconnessione. Secondo un sondaggio del Pew Research Center, la metà degli adolescenti negli Stati Uniti è costantemente online, il pulsante registra è il passo successivo. Eppure Twich che ricicla il sogno americano di partire dal nulla e ottenere tutto non è una macchina da soldi. Ci sono certo alcune star milionarie ma la maggior parte sopravvive cercando di esaudire i capricci del proprio pubblico.
Non solo. Su Twitch non esistono orari, contratti o sindacati: ognuno è libero di trasmettere quanto vuole, o quanto riesce a sopportare. La regola non scritta è semplice: più condividi, più puoi guadagnare. Se smetti, invece rischi di perdere tutto.
E infatti Emily vive con la costante preoccupazione che una pausa potrebbe significare la fine della sua carriera. "Sarebbe un suicidio professionale", ha raccontato al Washington Post. E quando si sente troppo giù di morale per parlare, rimane a letto in silenzio, con la videocamera accesa, mentre centinaia di persone continuano a guardare. L'importante è rimanere connessi.
Il successo degli streamer dipende da un equilibrio precario: essere sempre presenti, sempre coinvolgenti, ma anche autentici. "Sono giudicati continuamente", ha spiegato al Post Sarah Banet-Weiser, docente di media all’Università della Pennsylvania. "Devono essere sempre performanti, ma anche veri. È logorante".
I fan possono diventare spietati. Alcuni criticano Emily perché fa la doccia troppo a lungo o dorme troppo tempo. Altri si lamentano perché non si diverte abbastanza. Ogni dettaglio è oggetto di osservazione. Ogni momento può essere monetizzato o condannato. "Non c'è da stupirsi se queste persone si esauriscono".
Emily non è un caso isolato. Prima di lei c’era stata Jennifer Ringley, studentessa universitaria che nel 1996 lanciò Jennicam, un sito con aggiornamenti fotografici ogni 15 minuti dalla sua stanza. Fu una pioniera dell’auto-esposizione online. L'esperimento durò qualche anno e nel 2003 decise di chiudere il canale. Ma ormai il “reality continuo” si era imposto come linguaggio culturale.
Da allora, lo zoo umano digitale si è esteso. Dalle camgirl ai reality in TV, basti pensare al Grande Fratello, fino ai social network, il concetto di esporre la propria quotidianità è diventato qualcosa di normale. Twitch ha solo gamificato l’attenzione: più ore trasmetti, più pause pubblicitarie attiri, più guadagni puoi generare. Ma mentre gli spettatori scorrono e cliccano, gli streamer lottano per sopravvivere in un ecosistema caotico, un mercato libero e senza regole dove il successo è temporaneo e l’algoritmo è capriccioso. Oggi, grazie a tecnologie sempre più accessibili, chiunque può diventare il protagonista del proprio show personale. Vien da chiedersi però a che prezzo.
2025-06-09T16:09:39Z