Milano non dorme mai, soprattutto quando si trasforma in un set hollywoodiano. Tra Palazzo Parigi, Brera e via Montebello si girano le scene de Il diavolo veste Prada 2, il sequel del cult con Meryl Streep e Anne Hathaway, e la città diventa un palcoscenico blindato, pieno di segreti, depistaggi e comparse reclutate all’ultimo minuto.
Le chiamate, come racconta il Corriere della Sera, arrivano la sera per la mattina dopo: «Domani alle 11.30 all’angolo di Fatebenefratelli. Porta l’auto pulita, con il pieno. Dress code: non appariscente». Nessuna informazione aggiuntiva, solo istruzioni secche. Il resto è attesa, controlli, e la certezza che ogni dettaglio – anche il più banale – sia coperto da una clausola di riservatezza. Niente foto, niente video, niente social.
Davanti ai set mobili di Palazzo Parigi, venticinque auto in coda e una decina di comparse scartate all’ultimo, senza spiegazioni. Gli altri aspettano per ore, fino al primo ciak, spesso fissato la sera. È il prezzo da pagare per vivere, anche solo per un giorno, la magia del cinema. E per guadagnare 100 euro lordi (150 se si usa la propria auto). Ai casting, organizzati nello showroom Riccardo Grassi, si sono presentate 7 mila persone: uno su quattro è stato “opzionato”. C’è di tutto – studenti, hostess, insegnanti, pensionati – tutti pronti a recitare per pochi secondi accanto alle star. «Non ho visto Anne Hathaway», racconta uno studente di Medicina, «ma ero lì, nel mio ruolo: un passante in macchina. È bastato per sentirmi parte di qualcosa di grande».
Dietro le quinte, la produzione è un meccanismo perfetto. Quartier generale in via Tortona, nello “Spazio Quattrocento”, dove si allestiscono costumi, parrucche e make-up per centinaia di comparse. Ogni look viene fotografato e catalogato per garantire la continuità tra le scene: «Serve per ricrearvi identici sul set», spiegano gli assistenti. Nessuna comparsa deve rubare la scena: via loghi, tatuaggi coperti, gioielli ridotti al minimo. Eleganti ma invisibili. È la regola d’oro del cinema glamour, quello che illumina le star e lascia intravedere appena chi contribuisce a costruirne la magia.
E poi c’è il mistero più intrigante: la controfigura di Meryl Streep. Stesso portamento, stessa eleganza, stesso passo deciso. Forse serve per le prove luce, forse per depistare i curiosi. Mentre i fan cercano la diva, il vero ciak si sposta altrove, due strade più in là. Milano intanto recita la parte della “nuova Parigi”. Tra Montenapoleone e via Santo Spirito, i teli neri nascondono le scene, le transenne si spostano come in una coreografia, e i curiosi restano fuori. Alla fine della giornata, le comparse tornano a casa stanche, ma con un ricordo che vale più del cachet: quei due minuti di magia in campo lungo, quando la città e il cinema diventano la stessa cosa.
2025-10-08T08:56:21Z